Cristina Bizzarri
- 23/12/2012 16:59:00
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Amina è un testo terribile. Trema damore disperato, di rabbia damore, dimpotenza damore. E si resta confusi, sperando in una redenzione, in un qualche compimento che sbocci nel silenzio.
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Amina Narimi
- 23/12/2012 16:48:00
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Occhi- Roberto Bolano Non innamorarti mai di una fottuta drogata: Le prime luci del giorno ti sorprenderanno Con le nocche insanguinate e fradicio di urina. Un piscio ogni volta più scuro, ogni volta Più preoccupante. Come quando in un’isola greca Lei si nascondeva tra le rocce o in una squallida Pensione a Barcellona, quando recitava a memoria Ferrater in catalano e intanto riscaldava L’eroina in un cucchiaio che si piegava Come se quel coglione di Uri Geller fosse Nella stanza accanto. Mai, non andare mai a letto Con una fottuta puttana suicida: all’alba il tuo volto Si scomporrà in figure geometriche in tutto simili Alla morte. Come un ebete e con le tasche vuote Vagherai nella luce livida del mattino E allora il desiderio, ormai spento, ti sembrerà Uno scherzo che nessuno si prende la briga Di spiegarti, una frase senza senso, una nota Incisa nell’aria. E poi l’azzurro. Il fottuto Azzurro. E il ricordo delle sue gambe sulle tue Spalle. Il suo odore penetrante e strano. La sua mano Distesa che aspetta il denaro. Estranea alle confessioni E ai gesti usuali dell’amore. Estranea alle regole Della tribù. Un braccio e i piedi bucati Più e più volte: splendenti nella linea che separava O che univa l’atteso all’imprevisto, il sogno All’incubo che scorreva tra le piastrelle Come un piscio sempre più scuro: whisky, coca-cola E alla fine un grido di paura o di sorpresa, non certo Una richiesta di aiuto, non un gesto d’amore, Un fottuto gesto d’amore alla maniera di Hollywood O del Vaticano. E i suoi occhi, ricordi i suoi occhi dietro Quella chioma bionda? Ricordi le dita sporche che sfregavano Quegli occhi limpidi, quegli occhi che parevano guardarti da un altro Tempo? Ricordi quegli occhi che ti facevano piangere D’amore, contorcerti d’amore nel letto disfatto O per terra, come se fossi tu ad avere la scimmia e non lei? Non dovresti proprio ricordarli quegli occhi. Nemmeno un istante. Quegli occhi quasi cancellati che sembravano seguire attenti Le movenze di una passione che non era di questo fottuto pianeta: La vera bellezza, quella dei forti, brillava lì, Nelle sue pupille dilatate, nei palpiti del suo cuore Quando il pomeriggio rincasava come in una sequenza accelerata, E nella nostra pensione di merda si udivano di nuovo i rumori, I vagiti della notte, e i suoi occhi si chiudevano
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